Maggie Pescetto: laureata IULM e giovane promessa del Kitefoil

IULM Stories - 11 dicembre 2024

Intervista a Maggie Pescetto, laureata IULM in Corporate Communication and Public Relation, atleta di spicco nel mondo della vela.

Maggie Pescetto, laureata in Corporate Communication and Public Relations in IULM, è un'atleta di spicco nel mondo della vela, specializzata nel kitefoil, evoluzione del kitesurf con una pinna sotto la tavola. Nata in Irlanda e cresciuta presso lo Yacht Club Italiano di Genova, Maggie è diventata un volto nuovo e promettente per questa disciplina ai Giochi di Parigi 2024. 

Ecco cosa ci ha raccontato della sua passione per il kitefoil e di come coniuga l'impegno universitario con lo sport:

La tua avventura nel kitefoil è affascinante. Cosa ti ha portata a scegliere proprio questa disciplina così particolare?

Il mio percorso verso il kitefoil è stato lungo e affascinante. Ho iniziato da piccola con il kitesurf, una disciplina che è stata inclusa nei Giochi Olimpici Giovanili del 2018, ai quali purtroppo non ho partecipato. L’anno successivo, la nostra federazione ci ha proposto di provare il kitefoil, una disciplina nuova e completamente diversa dal kitesurf tradizionale. Le regole e l’attrezzatura sono molto diverse e inizialmente mi sentivo un po' intimorita, soprattutto a causa delle elevate velocità che si possono raggiungere e delle numerose cadute iniziali. Tuttavia, con il tempo, mi sono appassionata sempre di più e ho deciso di dedicarmici con tutte le mie energie. Credevo fortemente in questa disciplina e mi divertivo moltissimo, quindi ho investito ogni risorsa per migliorarci e vivere questa avventura al massimo.

Rispetto ad altre discipline del kitesurf, cosa rende il kitefoil così speciale per te?

Adoro il kitesurf in tutte le sue varianti, ma devo ammettere che il kitefoil ha un posto speciale nel mio cuore, soprattutto per il tipo di competizione che offre. Mi affascina il fatto che il formato sia simile a quello della vela, con regate che si svolgono su percorsi più lunghi che non richiedono solo velocità, ma anche molta tecnica e strategia.

Inoltre, il kitefoil mi regala un'esperienza unica: a velocità che raggiungono i 60/70 km/h, mi sembra di volare sull'acqua. Navigare con vento leggero è particolarmente rilassante, poiché crea un'atmosfera di pace assoluta. Questa sensazione di libertà e tranquillità è ciò che mi spinge a dedicarmi con passione a questo sport.

Le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta. Qual è stata l'emozione più grande che hai vissuto a Parigi?

Sì, è vero, le Olimpiadi erano un sogno che coltivavo da molto tempo, e quando finalmente sono riuscita a raggiungerle, faticavo a crederci. L'emozione più grande che ho vissuto a Marsiglia è stata durante la presentazione delle semifinali. Vedere tutte le mie amiche e la mia famiglia lì, con gli striscioni e il loro sostegno, è stato indescrivibile. Mi sono sentita profondamente felice e grata, circondata da persone che mi supportano e credono in me, pronte a gioire insieme a me. È stata un'esperienza straordinaria, e ho adorato condividerla con tutti loro.

Come riesci a bilanciare l'impegno universitario con la preparazione fisica per competizioni di questo livello? Raccontaci la tua routine.

Bilanciare l'università e lo sport non è stato affatto semplice, ma la disciplina e l'organizzazione che ho sviluppato grazie allo sport mi sono state di grande aiuto. Essere sportivi implica seguire un calendario rigido, e questa struttura mi ha permesso di gestire meglio anche il mio tempo per lo studio.

Una giornata tipo per me iniziava con l'allenamento in palestra al mattino, seguito dall'allenamento in acqua, e poi, verso le 18, dedicavo alcune ore allo studio, quando gli allenamenti erano finiti. Nei giorni di pausa dagli allenamenti, approfittavo del tempo a casa per concentrarmi completamente sullo studio e recuperare il ritardo.

Sebbene questo ritmo intenso abbia inevitabilmente ridotto il tempo per la vita sociale, ho imparato che questi sacrifici sono parte del percorso. È un equilibrio delicato, ma necessario per raggiungere i miei obiettivi.

Ci sono stati momenti difficili lungo il percorso in cui hai pensato di mollare? Come li hai superati?

Durante il mio percorso ci sono stati molti momenti difficili, e spesso mi sono fermata a chiedermi se fossi sulla strada giusta. Nei momenti di dubbio, ciò che mi ha aiutato di più è stato il supporto di figure professionali come la mia psicologa e il conforto delle mie amiche, con cui potevo parlare e distrarmi.

Uno dei momenti più duri è stato l'anno scorso, quando non sono stata selezionata per il test event olimpico, a cui tenevo particolarmente. Non avendo avuto una stagione di buone performance e risultati, questa esclusione mi ha inizialmente colpito profondamente. Tuttavia, grazie al sostegno delle persone a me care, sono riuscita a trasformare quella delusione in una rinnovata grinta. Ho affrontato la situazione con maggiore determinazione e motivazione, pronta a ripartire più forte di prima.